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La Nebulosa dell'Aquila e NGC 6611: frequenza ed evoluzione dei dischi

Data la sua grande popolazione di stelle massicce, l'ammasso stellare aperto giovane NGC 6611, al centro della Nebulosa dell'Aquila, è stato scelto come target per lo studio sull'influenza della radiazione UV emessa da tali stelle sulla formazione stellare e l'evoluzione dei dischi circumstellari nelle stelle di piccola massa vicine ad esse. In Guarcello et. al (2009, A&A, 496, 453) sono stati analizzati dati ottici nelle bande $BVI$ (ottenuti con il telescopio WFI@ESO 2.2m), infrarossi nelle bande $JHK$ (dal 2MASS Point Source Catalog) ed a $3.6\,\mu$m, $4.5\,\mu$m, $5.8\,\mu$m ed $8.0\,\mu$m (dal catalogo GLIMPSE realizzato da osservazioni Spitzer/IRAC) ed in raggi X (da un'osservazione Chandra/ACIS-I estratta dall'archivio). Lo studio ha mostrato che i membri con disco sono relativamente più numerosi di quelli senza disco a maggiori distanze dalle stelle massicce, dove la radiazione UV incidente è minore.

Per studiare la formazione stellare nelle regioni esterne della Nebulosa dell'Aquila, priva di stelle massicce, e confrontarla con la regione centrale, dove si trova NGC6611, abbiamo ottenuto due nuove osservazioni Chandra/ACIS-I, una ad Est comprendente una colonna di polvere anche osservata con HST ed una a Nord-Est centrata su un ammasso che contiene stelle di ClasseI/II fortemente arrossate. Utilizziamo inoltre i dati WFI ed IRAC, già analizzati in Guarcello et al. (2009), e dati infrarossi in bande $JHK$ dalla Galactic Plane Survey di UKIDSS (più profondo di tre magnitudini rispetto al catalogo 2MASS e con una maggiore risoluzione spaziale). Nei tre campi di Chandra analizzati sono state identificate 1830 sorgenti X, di cui 1254 sono compatibili con l'essere associate con NGC6611 e 504 sono prive di controparte ottica o infrarossa. Nelle regioni esterne 189 sono le sorgenti X compatibili con la nebulosa e 315 quelle prive di controparti. I dati UKIDSS, in combinazione con altre diagnostiche indipendenti per identificare le stelle di presequenza con dischi circumstellari, rivelano 625 sorgenti che sono buone candidate ad avere un disco. Il totale di candidate stelle con disco selezionate è pari a 766 sorgenti, tra cui: 505 nel campo ACIS centrale (le altre nelle regioni esterne) e 258 sorgenti X. Nella regione centrale corrispondente ad NGC 6611, la frequenza dei dischi ha l'andamento spaziale scoperto in Guarcello et al. (2009), variando dal 30% fino a valori attorno al 50%. I dati analizzati non evidenziano dipendenze significative della frequenza dei dischi dalla massa delle stelle.

Usando le sorgenti UKIDSS senza controparte ottica, dominate dalle stelle giganti a distanze maggiori della Nebulosa dell'Aquila, è stata realizzata una mappa di estinzione della regione. Tale mappa evidenzia come le regioni più assorbite nella Nebulosa dell'Aquila siano proprio quelle a Est e Nord-Est rispetto alla zona centrale ospitante NGC 6611, che corrispondono alle zone osservate in raggi X. L'estinzione visuale varia disomogeneamente da $A_V \sim 2.5$ a $\sim 6$mag.

L'età media dei membri dell'ammasso è stata calcolata usando le sorgenti X senza disco, compatibili con l'essere associate alla nebulosa, nel diagramma ottico $V$ vs $V-I$ dearrossato, tenendo conto della mappa di estinzione ottenuta. Lo studio ha permesso di evidenziare come nella regione centrale c'è una maggiore concentrazione di sorgenti più giovani, con un'età mediana inferiore ad 1 milione di anni, rispetto ad alcune zone periferiche, dove invece l'età mediana delle sorgenti va aumentando fino a valori maggiori dei 3 milioni di anni. Il trend più evidente è da Nord-Ovest a Sud-Est, dove l'età mediana varia da $0.2$ a $3.1$ milioni di anni. Sebbene la regione centrale sia quella più giovane, la sua frequenza dei dischi è minore di molte regioni periferiche, il che potrebbe essere legato alla radiazione delle stelle massicce.


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Flavio Morale 2009-10-27