OSSERVATORIO ASTRONOMICO DI PALERMO GIUSEPPE S. VAIANA
Rapporto Annuale
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Attività X di campioni stellari omogenei per età.
Gli studi nella banda ottica, nell'ultravioletto, e nella regione X dello spettro elettromagnetico hanno messo
in evidenza come uno dei parametri rilevanti nel determinare l'attività stellare sia l'età della
stella. Poichè questa dovrebbe influenzare l'effetto dinamo attraverso la perdita progressiva del momento
angolare, è importante stabilire vincoli sull'andamento della intensità della emissione X ed UV,
che della efficienza del meccanismo di dinamo sono importanti indicatori, per verificare i recenti modelli di evoluzione
stellare che cercano di tenere in conto l'effetto della rotazione, la interazione della stessa con il campo magnetico,
e l'efficienza dei meccanismi di frenamento magnetico.
Il gruppo stellare dello OAPA ha preso parte alle osservazioni ROSAT di vari ammassi stellari aperti: le Pleiadi,
NGC 2422, NGC 7092, Stock 2, Sculp, di stelle giovani della regione del Toro, nella regione di NGC 2264 (S Mon) e nella regione
di Sco Cen.
Si é pianificato di continuare a perseguire questa linea di ricerca sulla base dei nuovi dati di CHANDRA
ed XMM a cui il nostro gruppo ha accesso attraverso una serie di specifici programmi di osservazioni di tempo garantito
e attraverso una serie di proposte di osservazioni GO che sono state presentate nel corso del 1999. In particolare,
ricercatori del nostro gruppo sono presentemente impegnati nell'analisi dei primissimi dati (OAC) presi subito
dopo il lancio di CHANDRA sull'ammasso aperto NGC 2516. In questa fase l'analisi mira non solo a rispondere a specifiche
questioni scientifiche, ma anche a verificare il funzionamento dello strumentazione di piano focale, e del software
di riduzione/analisi dei dati.
Figure 1: ( in alto ) Ingrandimento (4x) della immagine ACIS-I di NGC2516. I cerchi
piú piccoli hanno un diametro di 5 arcsec. Molte delle sorgenti vicino all'asse ottico cadono su 3-4 pixel
(< 1"). ( in basso ) Immagini ottiche della regione di NGC 2516 estratte dal DSS-1 con diversi fattori
di ingrandimento. L'immagine a sinistra mostra i campi di vista delle osservazioni ACIS-I e ACIS-S. Nella parte
centrale del campo di vista la dimensione del pixel ottico (1.7") piú grande di quella delle immagini
di CHANDRA rende difficile trovare le controparti. Le sorgenti trovate con CHANDRA sono indicate con cerchi. I
quadrati indicano le sorgenti viste in una profonda osservazione ROSAT HRI (PI G. Micela) analizzata dal gruppo
dell'OAPA.
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Nonostante le difficoltá iniziali che ha incontrato CHANDRA, dovute ad un flusso di protoni soffici molto
maggiore di quanto fosse atteso nell'orbita a causa di non-predetti effetti di riflessione/focalizzazione di protoni
di bassa energia da parte delle superfici degli specchi, e la conseguente riduzione della risoluzione energetica
di ACIS dovuto alla riduzione della CTE dei CCD, la qualitá delle immagini é superba e la sensibilitá
limite é solo leggermente peggiore di quanto atteso. L'analisi preliminare dei dati CHANDRA di NGC 2516
ha messo in evidenza la presenza di circa 100 sorgenti la cui posizione é in ottimo accordo con quella degli
oggetti (per la maggior parte stelle dell'ammasso) presenti nelle immagini ottiche.
Le osservazioni di PV di NGC 2516 saranno entro i primi mesi del 2000 seguite da una osservazione profonda (50
ksec) con l'HRC di CHANDRA che ha lo scopo di determinare il livello di emissione coronale delle stelle di tipo
spettrale avanzato (da G alle tarde M), verificare l'eventuale presenza di emissione coronale delle nane brune
dell'ammasso, comprendere il ruolo che ha la bassa metallicità di questo ammasso aperto nel determinarne
il livello di emissione coronale.
Fra i risultati piú recenti basati sui dati di ROSAT annoveriamo, lo studio di una serie di osservazioni
HRI recentemente ottenute dal nostro gruppo tramite una ampia collaborazione coordinata da J.F. Harnden. Tali osservazioni
(che costituiscono nel loro complesso il programma ROSAT HRI delle Pleiadi) sono state condotte per risolvere
alcuni dei problemi lasciati aperti dalle osservazioni PSPC e, in larga misura, legati alla limitata risoluzione
angolare nelle zone piú esterne delle immagini PSPC. I dati HRI sono stati analizzati in modo uniforme con
il codice di rivelazione basato su Wavelet Transform messo a punto da ricercatori dell'OAPA (si veda piu` avanti),
al contempo tutti i dati PSPC di archivio sono stati rianalazzati in modo uniforme per investigare i fenomeni di
variabilitá coronale delle Pleiadi su una scala di 10 anni.
Si é concluso lo studio della emissione coronale dell'ammasso aperto di Stock 2 i cui membri sono stati
individuati attraverso uno studio di moti propri recentemente ottenuti utilizzando le tecniche messe a punto per
la realizzazione (da parte di una ampia collaborazione che include il gruppo astrometrico dell'Osservatorio di
Torino) del Guide Star Catalogue-2 (GSC-2). L'analisi di due osservazioni profonde con l'HRI di ROSAT ha permesso
di valutare il livello di emissione coronale di circa 130 membri di Stock 2 fino al tipo spettrale K5 e di concludere
che il livello di emissione delle stelle G di sequenza principale è molto minore di quello delle analoghe
stelle delle Pleiadi ed é invece simile a quello delle Iadi o, perfino, a quello ancora minore delle stelle
del Praesepe. Questo risultato permette di concludere che Stock 2 é in effetti molto piú vecchio
di quanto riportato in letteratura (120-170 106 anni) o, alternativamente, che qualche altro parametro
oltre all'eta (e alla rotazione) é necessario per spiegare il livello di emissione coronale. In questo secondo
caso Stock 2 apparterrebbe, similmente al Presepe e a NGC 6633, al gruppo di ammassi aperti che stanno mettendo
in crisi il paradigma rotazione-attivitá-emissione coronale che si é andato costituendo nell'ultimo
decennio.
Figure 2: Immagini HRI della regione centrale di Stock 2. I dati sono stati smussati con
un filtro gaussiano con una sigma di 5". I cerchi rappresentano le rivelazioni ottenute con il codice di rivelazione
basati sulle Wavelet transform. La dimensione del cerchio é proporzionale alla scala alla quale la sorgente
é stata rivelata. Per ragioni di chiarezza la dimensione dei due cerchi di raggio minore é stata
incrementata.
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Figure 3: Le funzioni di distribuzione di massima probabilitá per le stelle dG di
Stock 2 (linea solida) paragonata con quelle (da sinistra a destra) del Presepe (linea a tratto lungo), le Iadi
(linea tratteggiata), le Pleiadi (linea a tratto-lungo) e Per (linea punteggiata). Si noti che nonostante l'etá quotata in letteratura
di Stock 2 sia simile a quella delle Pleiadi, la luminositá nei raggi X dei membri di Stock 2 é molto
minore.
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Si é conclusa l'analisi di due osservazioni profonde con l'HRI di ROSAT dell'ammasso stellare giovane Blanco
1, un ammasso peculiare in quanto si trova a grande distanza dal piano galattico e con una metallicitá piú
elevata di quella solare e soprattutto con rapporti fra le abbondanze dei metalli molto diversi di quelli misurati
sul Sole. Sono state rivelate piú di cento sorgenti, 40% delle quali sono state identificate con membri
noti dell'ammasso o con oggetti catalogati. Delle restanti sorgenti solo una ventina sono spiegabili in termini
dei Log N - Log S delle sorgenti extragalattiche. Questo indica che la maggior parte delle sorgenti non identificate
sono stelle di piccola massa dell'ammasso. Ulteriori studi di follow-up ottico sono stati programmati per confermare
questa ipotesi di lavoro e per determinare la IMF dell'ammasso.
Figure 4: Diagramma della luminositá X in funzione dell'indice di colore B-V per le
stelle di Blanco 1 rivelate come sorgenti coronali. Le linee solide orizzontali indicano il valore della mediana
di Log (Lx) per le Pleiadi, mentre le linee tratteggiate indicano la mediana per l'ammasso aperto di Per.
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Figure 5: Confronto delle funzioni di luminositá X per le stelle nane F e G (0.43 0.81)
delle Iadi (linea solida) e del Presepe (linea tratteggiata) con i limiti superiori (barre verticali corte) e le
rivelazioni (barre verticali lunghe) dei membri di NGC 6633.
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Sono stati avviati, in collaborazione con S. Randich dell'Osservatorio di Arcetri, gli studi degli ammassi stellari
NGC 6633 (etá 400-600
Myr) ed NGC 3532 (etá
200-300 Myr). In NGC 6633 sono state rivelate 24 sorgenti in particolare sono state rivelate 3 stelle F, una stella
G e una gigante membri probabili dell'ammasso, ma nessuna stella dK. Il confronto fra il livello di luminositá
X delle stelle solari di NGC 6633 con quelle delle Iadi e del Presepe suggerisce che il livello di emissione coronale
di NGC 6633 é minore che nel caso delle Iadi, il confronto con il Presepe é inconclusivo a causa
del piccolo numero di sorgenti rivelate. Nel caso di NGC 3532 sono state rivelate 47 sorgenti entro 17 arcominuti
dal centro dell'immagine. Di queste sorgenti 26 hanno contraparti ottiche entro 10 secondi d'arco. Sulla base di
una compilazione di membri dell'ammasso basata su cataloghi pubblicati sono state rivelate 8 stelle F, una stella
G e una gigante e nessuna stella K dell'ammasso. La frazione delle rivelazioni sembra essere minore da quanto ci
si attende da un ammasso di questa etá. Tuttavia va tenuto presente che la incopletezza della lista dei
membri dell'ammasso rende possibile che una larga frazione delle 21 sorgenti senza controparte da catalogo siano
in effetti membri dell'ammasso.
Figure 6: Diagramma HR delle controparti delle sorgente HRI nelle immagine puntata verso
NGC 2516 non-identificate con oggetti catalogati (simboli pieni), linee connettono controparti relative alla stessa
sorgente X. I simboli a croce indicano i membri rivelati precedentemente sulla base dei dati del PSPC di ROSAT.
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In vista del programma di osservazione di NGC 2516 con CHANDRA il nostro gruppo sta analizzando in collaborazione
con R. Jeffries e il suo gruppo una osservazione profonda di questo ammasso aperto ottenuta con l'HRI di ROSAT.
Sono state rivelate 85 sorgenti, 12 delle quali non erano state rivelate con una osservazione profonda con il PSPC
di ROSAT. Metá delle sorgenti sono state identificate con membri noti dell'ammasso, circa il 20% con stelle
di campo, mentre il rimanente 30% delle sorgenti rivelate non sono identificate con nessuna sorgente catalogata.
L'identificazione preliminare di queste sorgenti con un nuovo catalogo fotometrico, completo alla 19-ma magnitudine,
indica che metá di queste sorgenti sono probabilmente membri non-noti di piccola massa dell'ammasso. Il
rimanente 15% delle sorgente ha colori consistenti con quelli di oggetti extragalattici.
Lo studio sugli ammassi stellari giovani viene estese e complementato da una serie di studi di gruppi stellari
coevi in regioni di recente formazione stellare.
Si è conclusa l'analisi dei risultati di un gruppo di 3 immagini HRI che hanno permesso di studiare le
proprietá della emissione coronale in NGC 2264 una regione di recente formazione stellare a sud della stella
calda di tipo spettrale O nota col nome di S Mon. Sono state rivelate, utilizzando l'algoritmo di rivelazione basato
su Wavelet Transforms (cf. §2.7.2), 169 sorgenti, 95% delle quali sono con elevata probabilitá stelle
di pre-sequenza e molte delle quali sono identificate con membri della regione di formazione stellare ha permesso
di ricavare una IMF per NGC 2264, statisticamente completa tanto quanto quella ricavabile con altre tecniche. Tale
IMFi mostra segni di una bimodalitá con un punto di sella attorno ad 1 massa solare, ed é pertando
differente dalla funzione di massa di Scalo. La storia del tasso di formazione stellare suggerisce uno scenario
di formazione stellare sequenziale con le stelle di piccola massa formatesi dopo quelle di massa maggiore.
Figure 7: Diagramma HR per le controparti delle sorgenti X rivelate nelle immagini HRI di
NGC 2264. Il raggio dei cerchi é proporzionale al logaritmo del tasso di conteggio medio osservato.
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Si è conclusa la prima fase di uno studio della regione di formazione stellare Upper Sco-Cen utilizzando
dati di archivio della banca dati di Einstein, e i dati di nuove osservazioni puntate di ROSAT. L'analisi di queste
immagini con la tecnica di Wavelet Transforms messa a punto dal nostro gruppo ha permesso di rivelare 50 sorgenti
X di cui solo 13 precedentemente riportate nell'analisi dei dati dello IPC di Einstein. Poichè la densità
attesa delle sorgenti stellari (e non) nella regione in esame è molto piccola è estremamente probabile
che le sorgenti siano associate ad una popolazione localizzata di stelle giovani di piccola massa appartenenti
alla associazione Upper Sco-Cen. Gli studi di follow-up ottico per verificare questa ipotesi sono descritti piú
avanti.
Per affrontare in modo più completo e coerente la problematica presentata in questa sezione, in cui l'Osservatorio
di Palermo ha ormai acquisito una notevole esperienza, è stata avviata una collaborazione con altri ricercatori
italiani e stranieri1 mirante a sviluppare sinergie nell'ambito dello
studio dell'evoluzione delle stelle di tipo solare attraverso lo studio sistematico degli ammassi aperti in varie
regione spettrali. Questo, che è un progetto a lungo termine con un notevole numero di sottoprogetti a breve
e medio termine, prevede di utilizzare dati di varia natura, astrometrici, fotometrici, spettroscopici a bassa
e alta risoluzione, nonchè dati X. La realizzazione di tale progetto prevede l'utilizzo di materiale già
esistente in letteratura e di dati di pubblico dominio, come pure la pianificazione di nuove osservazioni sia nella
banda ottica che nei raggi X. In questo ambito a Maggio del 1997 si è tenuto a Palermo presso l'Osservatorio
Astronomico di Palermo un convegno sul tema ``Cool Stars in Clusters and Associations: Magnetic Activity and Age
Indicators'' a cui hanno preso parte circa 60 ricercatori italiani e stranieri. Inoltre la CEE ha approvato un
programma di tre EuroConferences presentato dall'OAPA da tenersi con cadenza annuale organizzate rispettivamente
dall'IAC (R. Rebolo, Spagna nel 1998), dall'OAPA (R. Pallavicini, Italia nel 1999), dal CNES (T. Montmerle, France
nel 2000).
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