INAF - OSSERVATORIO ASTRONOMICO DI PALERMO GIUSEPPE S. VAIANA
La lunga direzione di F. Angelitti
Laureato a Napoli in Matematica nel 1878 ed in Ingegneria nel 1880, Filippo Angelitti(1856-1931) lavoro', fin dal 1878, presso l'Osservatorio di Capodimonte prima come Calcolatore ed in seguito
come Assistente. Nel 1897 fu secondo ternato nel concorso per la cattedra di Astronomia bandita dall'Universita'
di Torino e l'anno successivo fu sempre secondo nell'analogo concorso per l'Universita' di Palermo.
Il primo ternato, Michele Rajna (1854-1920), rinuncio' preferendo mantenere il posto di astronomo presso l'Osservatorio
di Milano. Non ci sono noti i motivi di questa rinuncia che costo' al Rajna ben altri sei anni di attesa prima
che, resasi vacante la cattedra di Bologna, fosse nominato nel 1903 ordinario di Astronomia e Direttore dell'Osservatorio
di quella citta'. Possiamo solo ipotizzare che egli non si sia voluto allontanare troppo dalla sua terra di origine
(era nato a Sondrio in Valtellina) e che non se la sia sentita di lasciare l'Osservatorio milanese, che all'epoca
possedeva il telescopio piu' grande d'Italia e che quindi offriva le migliori possibilita' di lavoro scientifico,
per l'Osservatorio di Palermo la cui parabola discendente probabilmente appariva gia' chiara al resto della comunita'
astronomica.
Fu cosi'ì che, nel 1898, fu chiamato alla direzione dell'Osservatorio palermitano Angelitti. La situazione
che il nuovo Direttore si trovo' dover a fronteggiare era pesantissima. Nel paragrafo finale della sua relazione Sullo stato del R. Osservatorio Astronomico di Palermo e sui lavori in esso eseguiti durante il quinquennio
1899-1903 cosi' scriveva:
Ma da tutto quello, che è stato precedentemente esposto, si vede che, per seguire lo sviluppo e i bisogni dell'astronomia moderna, l'Osservatorio di Palermo manca della necessaria elasticita' e dilatabilita'. La stessa sullodata Commissione tecnica governativa ebbe ad occuparsi in prima linea di tale quistione, e propose l'erezione di un nuovo osservatorio sul monte Consuono(sic) presso Bagheria. Per la scelta del sito, l'idea e' veramente splendida; e, se il Governo fornisse i mezzi per edificare cola' un osservatorio moderno, per dotarlo di buoni e nuovi apparecchi, e, sopra tutto, per attirarvi persone devote alla scienza, retribuendole almeno in modo, che non avessero bisogno di cercare altrove ciò che e' necessario alla vita, nulla sarebbe a desiderare di meglio! Ma, pur troppo, non ci possiamo fare illusioni; e l'Osservatorio di monte Consuono per l'Italia e per la Sicilia rimarra' un ideale di assai lontana attuazione.
Ma, se non l'erezione di un nuovo osservatorio, s'impone oramai nella maniera più evidente la necessità di creare uno sfogo al vecchio osservatorio[...]. A questa impellente necessita' occorrerebbe cominciare a provvedere sin da ora, sia anche distribuendo la spesa in una decina di esercizii finanziarii. Il Governo stesso da molto tempo riconosce che bisogna dare qualche passo, ma finora si e' sempre arrestato innanzi alle difficolta' pecuniarie. La quistione dell'Osservatorio e' vitale, e si riattacca a quella piu' generale del miglioramento delle Universita' Siciliane; le quali fino ad oggi non poterono ottener nemmeno quei fondi, che gia' dal 1860 (quando pure alcuni istituti si mantenevano fiorenti secondo i tempi ed altri erano risorti a nuova vita), con legge del Dittatore Garibaldi, venivano per esse stanziati, come necessarii al mantenimento delle gloriose tradizioni della cultura intellettuale dell'isola nostra!
La Commissione cui si riferisce Angelitti e' quella stessa che era stata nominata dal Ministro nel 1888 ed i fondi
cui fa riferimento sono quelli che il Consiglio Accademico aveva suddiviso fra i vari Istituti il 17 marzo di quello
stesso anno. I concetti espressi sono gli stessi di quelli contenuti nella lettera di Giuseppe De Lisa a Pietro
Tacchini il 18 gennaio 1889!
Nonostante tutto, seguendo sia la sua personale inclinazione per l'astronomia di posizione sia le raccomandazioni
della gia' ricordata Commissione, Angelitti cerco', almeno all'inizio della sua lunga direzione, di avviare un
programma di osservazioni. A tale scopo, con fondi del Consorzio Universitario, acquisto' un Cannocchiale Zenitale
di Wanschaff da 8 cm di apertura, che fece installare al posto dell'antico Cerchio di Ramsden ormai assolutamente
inservibile, un regolatore astronomico di Frodsham, un pendolo di Riefler e numerosi altri strumenti minori.
Tuttavia la gia' precaria situazione dell'Osservatorio si aggravo' ulteriormente ed in maniera praticamente irreversibile
con le leggi del 19 luglio 1909 n° 496, recante provvedimenti per l'istruzione superiore, e del 9 agosto 1910
n° 795 recante il testo unico delle leggi sulla istruzione superiore. Con entrambe queste leggi il personale
scientifico degli Osservatori Astronomici veniva "congelato" alla situazione esistente al 1908 e fissato
in 30 unita' suddivise in: 8 Astronomi, 9 Astronomi Aggiunti, 13 Assistenti. A questi andavano aggiunti i Direttori.
In particolare le 30 unita' di personale erano cosi' assegnate: Bologna 2, Catania 3, Napoli 5, Padova 2, Palermo
6, Parma 1, Roma 5, Torino 3, Milano 3. L'articolo 40 della legge del 1909 rimandava a provvedimenti speciali per
la esecuzione della legge, cioe' ai decreti applicativi.
Questi, per quel che riguardava gli Osservatori Astronomici, furono emanati il 23 aprile 1911 con il Regio Decreto
n°584. La parte piu' importante di questo decreto e' quella che sostituisce un ruolo unico ai singoli ruoli
di personale scientifico assegnati agli osservatori astronomici, sia universitari sia autonomi. mantenendo invariato
il numero totale di 30 unita'.
L'Osservatorio di Palermo che possedeva il maggior "capitale" , ben 6 unita' di personale, ma che per
la situazione che abbiamo prima delineata, non poteva assolutamente sostenere con una produzione scientifica adeguata,
divenne cosi' facile preda delle sia pur giuste ambizioni "espansionistiche" degli altri Osservatori,
perdendo i posti che man mano si rendevano liberi.
Nel 1923 rimanevano all'Osservatorio il solo Direttore Angelitti e l'Astronomo Aggiunto per la meteorologia De
Lisa. In questo stato di fatto non e' sorprendente che con il Regio Decreto 31 dicembre 1923 l'Osservatorio di
Palermo (insieme a quello di Bologna che aveva subito analoga tristissima sorte) non sia stato incluso nel novero
degli Osservatori Astronomici del Regno. Le Disposizioni Transitorie contenute nello stesso decreto prevedevano
tuttavia che tali Osservatori potessero, su richiesta delle universita' interessate, essere trasformati in gabinetti
di astronomia, annessi alle corrispondenti cattedre delle universita' stesse. Questa fu la sorte degli Osservatori
di Palermo e Bologna, che recupereranno il loro status solo nel 1988.
Filippo Angelitti, che nel 1911 aveva anche subito la perdita di un occhio, si dedico' da quell'anno quasi esclusivamente
all'astronomia dantesca, campo nel quale diede numerosissimi ed apprezzati contributi, ancor oggi citati nella
letteratura specializzata, divenendo in materia un'autorita' internazionalmente riconosciuta. Mori' a Palermo il
25 gennaio del 1931.