INAF - OSSERVATORIO ASTRONOMICO DI PALERMO GIUSEPPE. S. VAIANA

Quadreria

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L'Osservatorio di Palermo possiede una piccola collezione di dipinti e busti in gesso, che trae origine dal desiderio di Giuseppe Piazzi di circondarsi dei ritratti di alcuni dei suoi più cari amici. Nel dicembre 1804, nel richiedere all'astronomo milanese Barnaba Oriani un suo profilo per farne eseguire il ritratto, così scriveva:

Giacchè non posso avere che una lontanissima speranza di rivedervi, voglio almeno nella mia stanza il vostro ritratto siccome ho quelli di La Lande, Herschel e Ramsden. [...] Mandatemi dunque il vostro profilo coll'anno e giorno della vostra nascita. Io non sono pittore, altrimenti non v'incomoderei, avendo vivissima l'immagine vostra.

Come risulta da fonti d' archivio, i ritratti di Jérôme de Lalande, William Herschel e Jesse Ramsden furono commissionati a Giuseppe Velasco (1750-1827), celebre pittore dell'epoca, amico del Principe di Caramanico, ed eseguiti fra il maggio ed il luglio 1791. Ciò fa pensare che anche i due ritratti di Barnaba Oriani e Antonio Cagnoli, che Piazzi fece eseguire nel 1805, siano stati commissionati allo stesso Velasco. Nel ringraziare l'amico per aver inviato il suo profilo, Piazzi scrive infatti ad Oriani:

Il ritratto ora è in mano del miglior pittore che abbia la Sicilia, perchè lo faccia in grande, e spero che verrà bene. Sarà collocato presentemente nel mio studio, ed alla mia morte passerà nella sala della specola.

Velasco aveva inoltre eseguito in quegli anni il ritratto di Léon Dufourny che l'architetto parigino aveva voluto donare a Piazzi e che fece parte della quadreria dell'Osservatorio fino al 1880 circa, quando il direttore Gaetano Cacciatore volle donarlo all'Orto Botanico di Palermo, che era stato progettato dallo stesso Dufourny.

Il grande ritratto di Piazzi con Urania e Cerere è invece del 1811, come indica la data riportata sul retro del dipinto, ove sono indicati anche i nomi dei committenti, e cioè Paolo d'Ambrosio e I. Pilati, amici del Piazzi; l'autore del ritratto è il pittore Francesco La Farina (1778-1837) allievo di Velasco.

Questo primo nucleo comprende anche un ritratto del Vicerè, Principe di Caramanico, copia di quello conservato nella Sala dei Vicerè di Palazzo Reale, un ritratto di Piazzi che indica Cerere ed un delizioso dipinto che raffigura Urania che osserva il Cerchio di Ramsden manovrato da puttini.

A questi dipinti si aggiunsero, negli anni, i ritratti dei Direttori che si successero alla guida dell' Osservatorio, con l'unica eccezione di Ragona, di cui non sappiamo se sia mai stato eseguito il ritratto. Essendo stato destituito per motivi politici, è infatti possibile che il suo ritratto, come la gran parte delle sue carte, siano andati distrutti o siano stati da lui portati con se'. In seguito, la diffusione della fotografia e l'assottigliamento delle risorse finanziarie dell'Osservatorio resero superfluo il "lusso" di un ritratto a olio. Solo di recente la collezione si è arricchita del ritratto di Giuseppe S. Vaiana ad opera di Nicola Pucci.

Completano la collezione due busti in gesso, uno di Giuseppe Piazzi e l'altro, opera di Domenico Costantino, del gesuita Angelo Secchi, direttore dell'Osservatorio del Collegio Romano e massimo esponente dell'astrofisica italiana dell'Ottocento.



Elenco dei ritratti