INAF - OSSERVATORIO ASTRONOMICO DI PALERMO GIUSEPPE S. VAIANA
1- Astronomia
1.15 - Telescopio altazimutale (Worthington)
Nathaniel Worthington, Londra, I metà del XIX secolo ottone altezza complessiva = 80 cm diametro cerchi = 39-40 cm lunghezza focale = 45 cm apertura obiettivo = 4,8 cm stato: discreto |
Questo strumento, ritenuto erroneamente per lungo tempo un piccolo modello del Cerchio di Ramsden, fu acquistato
da Gaetano Cacciatore insieme al telescopio di Merz dagli eredi del Principe di Lampedusa nel 1887.
Lo stesso Cacciatore ci informa che fu posseduto dall'Astronomo italiano Dembowski al suo piccolo Osservatorio
di Resina, del quale [strumento] si disfece per potere acquistare un equatoriale atto alla serie delle osservazioni
delle stelle doppie, che fu tanto applaudita. Ignoro come sia a lui pervenuto questo strumento che cedette al Principe
di Lampedusa di Palermo, dai cui eredi lo ho acquistato.
Il Cacciatore lo acquisto' forse perche' lo riteneva di importanza storica come prototipo del Cerchio di Ramsden,
si tratta invece di un piccolo altazimut che reca, sul cerchio orizzontale la firma
Worthington London
E' probabile che si tratti di Nathaniel Worthington che fra il 1821 ed il 1846 aveva bottega, con un certo Allan,
al 196 di Piccadilly e che probabilmente rilevò la bottega di Matthew Berge, successore di Ramsden.
Riportiamo la descrizione datane da G. Cacciatore anche se la supposta somiglianza con il Cerchio di Ramsden sta
solo nel fatto che si tratta di un altazimut a scale circolari.
Lo strumento è di costruzione analoga al gran Cerchio di Palermo, e sufficientemente perfezionato - Come
in quello la livellazione si fa col filo a piombo - I circoli tanto verticale che orizzontale sono dello stesso
diametro: le loro graduazioni sono fatte di 20 in 20 minuti, e coi microscopii si arriva a due secondi - La divisione
e' fatta a punti, i tratti servono solo di guida, ed e' con questi puntini, e col filo mobile del microscopio che
si precisano i giri e le parti di giri. I microscopii sono costruiti in modo che la distanza fra due divisioni
e' percorsa in 10 giri del tamburo, il quale e' diviso in 60 parti.
Nel 1904 Angelitti dice di questo strumento:
... l'apparecchio [...] non potrebbe essere utilmente adoperato in alcuna osservazione, anzi sembra mutilato
di alcuni pezzi, di cui non si saprebbe indovinare lo scopo; puo' solo servire ad uso didattico, per essere mostrato
agli studenti.
AIOP2/5b
AIOP4/8, n. 64.248
Cacciatore (1889), p. XI.
Angelitti (1904), p.39.
Goodison (1977), p 372.
Chinnici (1997), p.23.