INAF - OSSERVATORIO ASTRONOMICO DI PALERMO GIUSEPPE S. VAIANA

3 - Meteorologia

3.3 - Pluviometro (Caruso)


Rosario Caruso, Palermo, 1851
ottone, vetro
altezza cilindro = 54 cm
diametro interno = 25, 5 cm
stato: buono

Nel 1850, il macchinista della specola Sig. Rosario Caruso costruì, su direttiva di Domenico Ragona, un nuovo pluviometro che iniziò a funzionare nel marzo del 1851. Anche dopo l'acquisto di un pluviometro registratore nel 1910, oggi disperso, lo strumento di Caruso continuò ad essere usato, fino al 1953.

Riportiamo la descrizione fornitane da Domenico Ragona:

Il pluviometro risulta da due parti, una delle quali è stata recentemente costruita dal macchinista sig. D. Rosario Caruso. La superiore è destinata a ricever l'acqua piovana, e perciò è scoperta libera ed isolata. E' una superficie di 400 pollici inglesi quadrati, ossia di venti pollici di lato. Questa parte superiore risulta da un vase piramidale rovesciato di ferro. Un tubo metallico che principia al vertice della piramide e che si estende per 4 metri e 16 centimetri, congiunge la parte superiore con la inferiore, con quella cioè destinata a misurare la pioggia caduta. Questa parte inferiore (ideata e costruita dal sig. Caruso) corrisponde nel medesimo piano delle stanze del Reale Osservatorio. Essa risulta da un vase cilindrico di rame alto 54 c e del diametro di 26.3 c [in realtà il diametro interno è di circa 25.5 cm, mentre quello esterno è di 28.5 cm] il cui fondo è a piano inclinato.
Nel fondo dalla parte dell'angolo acuto, vi è congiunto un tubo alto 30 centimetri e il cui diametro è solo di 29.3 mm Un cilindro di cristallo il cui diametro interno è 10.3 mm è congiunto al minore tubo di rame dalla parte dell'angolo acuto, e alla distanza di 7 centimetri piegandosi ad angolo retto, si innalza verticalmente per 87 c in direzione parallela agli assi del gran vase e del tubo. Il cilindro di cristallo è fissato innanzi a una lamina metallica ove è tracciata la graduazione.[...]...ogni parte della graduazione è nello estremo inferiore un pollice cubico, verso il mezzo 3 pollici cubici, poi 5, poi in fine 10 sino all'estremo superiore. Tutto il ricettacolo del pluviometro può contenere sino a 1510 pollici cubici di acqua piovana. [...] Nella parte inferiore del ricettacolo vi è un robinetto per vuotarlo.[...]
Quando la sommità della colonna aquea non corrisponde esattamente a un tratto della graduazione, i decimi della divisione possono stimarsi ad occhio... Ma il signor Caruso ha annesso al pluviometro un piccolo vase cilindrico di cristallo che può contenere al massimo dieci pollici cubici di acqua, e che è diviso da pollice in pollice. Allorché vuotasi il pluviometro, dapprima l'acqua si versa dal robinetto dentro questo vase cilindrico, finché nel pluviometro l'estremo della colonna acquea va a toccare il prossimo tratto inferiore della graduazione, e così conosconsi esattamente i pollici cubici che corrispondono ai decimi della divisione.

Il vaso piramidale di ferro per la raccolta dell'acqua piovana ed il tubo di connessione al pluviometro sono andati dispersi. Il vaso cilindrico, in ottone, recentemente restaurato, è in buone condizioni; sono state ricostruite alcune viti ed il rubinetto. In un ovale inciso sul davanti del vaso si trova racchiusa la scritta

PLUVIOMETRO
Rosario Caruso
PALERMO
1851


Il tubo di vetro dell'apparato misuratore è stato sostituito in fase di restauro; quello attuale misura 85 cm. La scala, in pollici cubici, incisa su lamina metallica, è ora perfettamente leggibile. Tracce di carta incollata su di essa, rimosse in fase di restauro, costituivano probabilmente i resti di una scala in millimetri, aggiunta posteriormente.
E` stato ritrovato in buone condizioni anche il piccolo vaso cilindrico di vetro utilizzato in fase di svuotamento per misurare l'acqua tra le divisioni successive della scala. Esso riporta incisa una scala da 1 a 9 pollici cubici ed è dotato di un manico metallico semicircolare avvitato ad un collare metallico; mediante il manico il vasetto veniva probabilmente appeso al rubinetto del pluviometro.

AIOP 2/5b
SOMP, 1853-1953.
AROP, 1853, p.247.
Ragona (1855), p. 159.