INAF - OSSERVATORIO ASTRONOMICO DI PALERMO GIUSEPPE S. VAIANA
5 - Spettroscopia
5.4 - Spettroscopio di Donati (Poggiali-Donati)
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Poggiali-Donati, Firenze, 1872 ottone lunghezza complessiva = 52 cm stato: buono |
Lo strumento compare in un inventario del 1872; esso, insieme allo spettroscopio di Tauber, venne portato da
Pietro Tacchini a Muddapur nel 1874, in occasione della spedizione per l'osservazione del transito di Venere; l'intento
di Tacchini era quello di eseguire osservazioni spettroscopiche del fenomeno, per un confronto con i risultati
delle osservazioni dirette. Un analogo esemplare era stato acquistato da G.V.Schiaparelli nel 1866.
Si tratta di uno spettroscopio a visione diretta. Lo strumento e' in ottone verniciato in nero. Ad una delle estremita'
del tubo, lungo 52 cm, vi e' una flangia filettata per avvitarlo al telescopio. Subito all'interno la fenditura,
a larghezza regolabile mediante chiavetta. A fianco della fenditura sul tubo e' possibile appendere una piccola
lampada a sospensione cardanica in cui veniva bruciato alcol salato per ottenere le righe gialle di riferimento
del sodio. La luce della lampada veniva inviata alla fenditura per mezzo di un piccolo prisma. Inoltre di fronte
alla fenditura e' possibile montare una lente cilindrica, cui si possono dare dei piccoli movimenti per mezzo di
una chiavetta, per inviare sulla fenditura una maggiore quantita' di luce quando lo spettroscopio veniva usato
per studi di spettri stellari.
Dietro la fenditura si trova il collimatore ed un sistema di cinque prismi. A 32 cm dalla flangia si innesta sul
tubo principale un secondo tubo, inclinato verso l'oculare dello strumento. Alle sue estremita' si innesta una
lampada ad olio anch'essa a sospensione cardanica che serva ad illuminare una scala posta all'interno dello strumento.
Davanti alla finestrella della lampada puo' essere fatta scorrere mediante una vite una lastrina di vetro colorato
per regolare l'intensita'à della luce. Le due lampade sono circondate da una fascia metallica alta 5 cm
che serviva ad evitare che l'osservatore fosse disturbato dalla luce.
A meta' del tubo un'apposita scanalatura serve ad alloggiare un collare di ottone chiuso da due viti; il collare
ha un perno che può essere infilato in un sostegno per l'uso in laboratorio. Tutto lo strumento e' contenuto
in una cassetta di noce di 20 x 11,5 x 58 cm. Nella parte interna del coperchio si trova l'etichetta della ditta
costruttrice
Officina di Strumenti Ottici e Matematici diretta da G. Poggiali con l'assistenza scientifica dei Professori G. B. Donati e T. Del Beccaro
Sullo strumento e' riportato il marchio dell'officina, costituito da un triangolo isoscele con la scritta "Firenze" lungo la base ed una stella al vertice; lo stesso marchio e' riportato anche sull'etichetta di carta.
Lo strumento e' in buone condizioni e completo in ogni sua parte, compreso un secondo oculare, tranne che per la
perdita delle chiavette per regolare la fenditura e per i piccoli movimenti della lente cilindrica.
In una seconda cassetta di 28 x 26 x 22 cm, anch'essa in noce e recante all'interno la stessa etichetta, e' contenuto
il treppiede in ghisa, alto 19 cm, recante alla sommita' una vite in ottone per fissare a pressione il perno del
collare, e due piccoli sostegni, anch'essi in ghisa, con base circolare di 6 cm di diametro, alti 11 cm, alla cui
sommita' si avvitano due asticciole in ottone, lunghe 15 cm, sulle quali possono scorrere altre due asticciole
ortogonali lunghe 4 cm. Su queste ultime si infilano quattro tubicini in vetro, terminanti con un sottile filo
metallico.
L'apparato di laboratorio, che serviva ad ottenere spettri di confronto, e' incompleto. Vi sono infatti nella cassetta
quattro alloggiamenti privi del loro contenuto. Due di questi contenevano probabilmente lampade simili a quelle
dello spettroscopio.
AIOP 4/7, n. 51.
Tacchini (1875), p.21.
Miotto et al. (1989), p.72.