Ricercatori dell'OAPa, guidati da S. Sciortino, in collaborazione con un gruppo di ricercatori europei ha proposto ed avuto approvato un ESO/XMM-Newton Large Joint Project denominato Deep Rho Ophiuchi XMM-Newton Observation (DROXO). Si tratta di un'osservazione profonda in banda X di circa ks, del CoreF delle nubi molecolari di Oph, correlata da una serie di osservazioni di follow-up con i telescopi di ESO.
L'analisi dei dati è stata molto complessa a causa di un fondo molto elevato ed estremamente variabile nel tempo, ed in particolare il filtraggio temporale si è dovuto adattare sorgente per sorgente allo specifico tipo di analisi da condurre e alla intensità della specifica sorgente. Utilizzando un filtraggio teso a massimizzare la ricerca di sorgenti deboli, possibili candidate ad essere ``Young Stellar Objects'' (YSOs) nascosti da una coltre del materiale della nube molecolare parente, sono state trovate sorgenti nel campo di vista utilizzando in modo congiunto i dati dei tre camere CCD (2 MOS e 1 PN) di EPIC (Pillitteri et al. 2009, in preparazione). Di queste sorgenti 30 hanno spettri X per i quali sono stati accumulati più di conteggi. L'analisi spettrale di delle sorgenti rivelate mostra che il plasma ha in media una temperatura coronale di circa keV (essendo keV l'intervallo di valori di alle frazioni % e % del totale della distribuzione di ) e con un forte assorbimento da parte di materiale lungo la linea di vista ( cm). Le luminosità X in banda keV mostrano in funzione della massa un buon accordo con la relazione trovata da Preibisch et al. (2005, ApJS, 160, 401) nel campione dei dati COUP di Orione. Il rapporto tra mostra saturazione al valore di per masse minori o uguali a . Sono stati studiati brillamenti intensi su membri di Oph allo scopo di caratterizzerne le proprietà ed, in particolare, di identificare le dimensioni delle regioni in cui hanno luogo tali brillamenti. In alcune sorgenti di COUP si sono viste strutture magnetiche con lunghezze paragonabili a quelle della distanza fra la superficie della stella e il raggio di corotazione del disco (Favata et al. 2005, ApJS, 160, 469). Degli brillamenti studiati in DROXO, avvengono in strutture la cui lunghezza è superiore a tre volte il raggio stellare (Flaccomio et al., in preparazione). Pur nei limiti della statistica dei piccoli numeri, la frazione dei casi con strutture magnetiche molto lunghe è paragonabile a quella ricavata dall'analisi di circa brillamenti intensi in sorgenti di COUP. Ulteriori studi che si avvalgono dei dati di DROXO sono descritti nella Sez. .