OSSERVATORIO ASTRONOMICO DI PALERMO GIUSEPPE S. VAIANA

Report Annuale


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Spettroscopia ottica ad alta risoluzione

Osservazioni spettroscopiche ad alta risoluzione (con poteri risolutivi tra 20.000 e 100.000) permettono di ricavare informazioni fisiche sulle fotosfere e cromosfere stellari, ivi incluse la determinazione delle abbondanze chimiche, delle perdite radiative cromosferiche, della dinamica stellare (rotazione, convezione), della distribuzione delle disomogeneita` superficiali (macchie) e la misura dell'intensità dei campi magnetici superficiali. Gli strumenti usati per queste osservazioni sono tipicamente spettrografi echelle a dispersione incrociata che permettono l'acquisizione simultanea di un ampio intervallo spettrale su un rivelatore CCD. Era di questo tipo lo spettrografo CASPEC usato finora al telescopio di 3.6m dell'ESO e saranno di questo tipo gli spettrografi UVES e SARG che stanno per entrare in funzione rispettivamente all'unità UT2 di 8m del VLT e al telescopio TNG di 3.5m a La Palma. Analoghi strumenti per spettroscopia ad alta risoluzione sono disponibili in molti altri Osservatori (a Kitt Peak, a Cerro Tololo, al WHT a La Palma, all'AAT, al Keck, etc.), ma sono di piu' difficile accesso per la comunita` astronomica italiana e vengono usati perciò solo sporadicamente. Spettroscopia a risoluzione intermedia ($\sim $ 1 Å) e` anche possibile con strumentazione disponibile in vari Osservatori (ad esempio con l'IDS all'Isaac Newton Telescope di 2.5m alle Canarie).

Un campo di ricerca in cui sono particolarmente attivi i ricercatori dell'Osservatorio di Palermo (in collaborazione con ricercatori di Arcetri, di Milano, dell'IAC, del CfA, di ESO e di ESA/ESTEC) è la determinazione dell'abbondanza del litio, mediante osservazioni della riga del litio neutro a 6707 Å. Il litio e` un potente mezzo di diagnostica della struttura interna della stelle e dei meccanismi di mescolamento interno. Il litio infatti e` facilmente distrutto nell'interno stellare a temperature superiori a 2.5 milioni di gradi: meccanismi di mescolamento che trasportano il litio superficiale verso l'interno causano pertanto un progressivo impoverimento del litio, rivelabile mediante osservazioni spettroscopiche a risoluzione alta ed intermedia. Secondo i modelli standard di evoluzione stellare tale impoverimento dovrebbe dipendere solo dalla massa, dall'età e dalla composizione chimica delle stelle. Osservazioni di stelle in ammassi aperti di varia età hanno invece mostrato forti discrepanze con le previsioni dei modelli standard, il che indica che altri fattori (per esempio la rotazione) giocano un ruolo importante o addirittura dominante nei processi di mescolamento interno.

Determinazioni dell'abbondanza del litio sono state eseguite dai ricercatori dell'OAPA per stelle di vari ammassi aperti di varia età e metallicità. Tra gli ammassi studiati ci sono ammassi molto giovani come IC2602 e IC2391 (che hanno un'età di circa 30 milioni di anni) o come alpha Persei (età di circa 50 milioni di anni), ammassi di età intermedia tra le Pleiadi e le Iadi (NGC6475) ed ammassi con età confrontabile a quella delle Iadi (circa 700 milioni di anni), quali Coma. Particolare attenzione è stata anche dedicata agli ammassi più vecchi, con età maggiore di quella delle Iadi, quali NGC3680, IC4651, M67 and NGC2243. Questi ammassi vecchi coprono l'intero intervallo di età tra le Iadi ed M67 (che ha un'età di circa 5 miliardi di anni) e sono utili per comprendere i meccanismi di impoverimento del litio durante l'evoluzione delle stelle sulla sequenza principale. Particolarmente importante a questo riguardo è capire l'origine del cosiddetto ``Li-dip'' negli ammassi con età confrontabile o maggiore di quella delle Iadi, e l'origine della dispersione nelle abbondanze di litio osservata in ammassi molto vecchi come M67.
 
 

Figure 27: Abbondanze di litio in funzione della temperature efficace per stelle negli ammassi giovani IC 2602 e IC 2391. Le osservazioni sono state ottenute in Cile agli osservatori di La Silla e di Cerro Tololo.
\begin{figure}\centerline{\psfig{figure=fig_IC2602.ps,width=10.cm,angle=-90.}}\end{figure}
Nello studio di campioni omogenei per età e composizione chimica, è particolarmente importante accertarsi dell'effettiva appartenenza all'ammasso delle stelle osservate, cosa non semplice in regioni molto affollate come sono appunto gli ammassi. Per gli ammassi giovani, le osservazioni X sono un mezzo potente per determinare l'effettiva appartenenza all'ammasso. Ulteriori conferme provengono dalla determinazione delle velocità radiali e dell'emissione cromosferica, informazioni che si ottengono dagli stessi spettri utilizzati per la determinazione dell'abbondanza del litio. Le osservazioni in H$\alpha $ permettono di stimare il livello di attività cromosferica, che a sua volta è funzione dell'età e della rotazione stellare. Analoghe informazioni sulle cromosfere stellari si ottengono dalle righe H e K del Ca II che però sono accessibili, con la strumentazione esistente, solo negli ammassi più vicini o nelle stelle di campo, ma che diveranno accessibili nel prossino futuro con UVES al VLT.



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